L’ARCIVESCOVO MONSIGNOR GIUSEPPE BATURI INCONTRA I ROTARY CLUB DELLA CITTA’ METROPOLITANA DI CAGLIARI

Mercoledì 5 ottobre, presso la suggestiva sala di rappresentanza del Caesars, l’Arcivescovo di Cagliari S. E. Monsignor Giuseppe Baturi, ha incontrato i Rotary Club della città Metropolitana, alla presenza del Sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, dell’Assessore Rossana Perra (in rappresentanza dell’Amministrazione quartese), dei  Presidenti dei Rotary Club  cittadini  e di numerosi rotariani e relativi ospiti. 

In particolare, entrambi i rappresentanti delle amministrazioni comunali, hanno tenuto ad esprimere vivo apprezzamento per i progetti di pubblico interesse culturale, ambientale e sociale realizzati dal Rotary nell’ambito della propria attività di service a favore delle comunità locali, coinvolgendo proficuamente molte altre organizzazioni  operanti sul territorio. 

La serata ha avuto  inizio con l’indirizzo di saluto dell’ Ing. Sandro Catta, Presidente del Rotary Club di Quartu Sant’ Elena,  che ha  organizzato l’importante evento (con la collaborazione degli altri  Club Rotary dell’area del Capoluogo), che, dopo aver sinteticamente delineato l’apprezzata opera pastorale svolta da Monsignor Baturi a favore dell’intera comunità isolana, ha presentato l’avvincente tema della conversazione: “La Chiesa italiana e le prospettive del Paese”. 

L’Arcivescovo, per il proprio intervento, ha voluto prendere spunto da alcuni dei temi di maggiore valenza recentemente emersi  ad ASSISI, in occasione della tradizionale accensione della  lampada votiva  sulla tomba di San Francesco, da parte degli amministratori delle comunità. 

La Chiesa, ha voluto ricordare in esordio Monsignor Baturi, (richiamando la drammaticità della attuale congiuntura di ordine politico-militare, sanitario, economico ed alimentare) è da sempre protesa verso il bene dei popoli, animando la  speranza di ricostruzione di un futuro, a cui si deve concorrere ripensando e facendo memoria a quanto è accaduto in questi difficili momenti, che coinvolgono l’intera umanità mondiale.

L’Arcivescovo ha preso in esame il tema della fragilità umana, ponendo l’accento sulla assoluta necessità che non si debba mai  perdere consapevolezza della propria fragilità e della conseguente vulnerabilità dell’intera società; al riguardo, ha  citato il messaggio di Olga Tokarczuk (premio 

Nobel per la letteratura nel 2018), che nell’esaminare le nostre fragilità umane, ha posto l’accento su alcune debolezze emerse (causa Pandemia COVID 19) proprio nell’ambito delle società più “evolute”, ricordando quanto siano delicati  i nostri anziani e tutti coloro che  nutrono l’aspettativa della nostra assistenza e cura.

Monsignor Baturi (ricordando  l’esperienza del lockdown)  ha invitato i presenti  ad  interrogarsi  sul concetto di salute, che  non può essere circoscritto alla sola l’integrità fisica, o dove lo star bene non è solo una  condizione psicologica, ma anche una condizione spirituale delle persone, che vivono bene circondati dai propri affetti. 

L’arcivescovo, proseguendo nel proprio dotto intervento  cita  Sant’Agostino laddove questi esalta la funzione dell’appartenenza alla comunità  … ciò che trasforma un gruppo di individui in un popolo è la concorde comunanza delle cose che ama, è l’amore,  è il desiderio, è la speranza, che ci rende comunità e che fa sì che dalle situazioni di emergenza e di crisi si rinnovi la consapevolezza circa l’amore prevalente, che ci costituisce, l’amore è già noi stessi fratelli per la citta, per la comunità … . 

In particolare, al riguardo l’Arcivescovo ha voluto precisare  il significato di comunità, che non è definito semplicemente dalla delimitazione fisica (“mura”), ma ha un’anima, un destino, una propria vocazione, un ambito sociale dove il principio di solidarietà, che nasce da questa percezione di comunanza di destino, ha bisogno di reti comunitarie: di famiglia, di centri, di clubs, di volontariato, di associazionismo no profit, proprio perché nasce dalla partecipazione dell’uomo che si realizza nelle  comunità.

In un siffatto ambito, diceva San Giovanni Paolo II, … trova la massima espressione la creatività del cittadino, fonte necessaria per  sollecitare le  comunità, sviluppando  momenti di incontro, di  riflessione, di capacità di individuare bisogni, instaurando  con le Istituzioni rapporti non soltanto di dialogo, di aiuto economico, ma cercando  di leggere insieme la realtà  del nostro popolo e di tentare azioni comuni… .

Infine, il Monsignor Giuseppe Baturi, ha voluto condividere con l’attenta platea una riflessione  “la nostra società per essere più libera e più solidale ha bisogno 

di essere più partecipata nelle  diverse realtà sociali”, ed un veemente auspicio (ricordando a tutti di   far memoria di ciò che abbiamo vissuto per immaginare un nuovo futuro): “se la paura può difenderci, essa non può  costruire; per costruire

insieme ci vuole  speranza ed è quello che possiamo augurarci certi che  solo la speranza possa mettere insieme le nostre energie”.

La conversazione, per l’attualità dei contenuti e l’indiscutibile levatura delle tesi addotte,  ha  suscitato grande apprezzamento e spunti di riflessione nella folta e qualificata platea, che non ha voluto mancare a questo ennesimo evento culturale organizzato  dai Rotary Club cittadini.

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